mercoledì 25 novembre 2020

I moduli littleBits: artefatti per l’Universal Design

Durante i miei studi universitari in Disegno Industriale si stava sviluppando in modo significativo il concetto di Universal Design (o Design for All): pensare ad una progettazione di prodotti e ambienti in una visione più ampia, il più possibile vicina ad un’accessibilità per tutti, senza barriere fisiche e di categoria, che presentassero anche un’estetica piacevole, elemento estremamente importate per il benessere della persona durante l’uso degli stessi.

Nell’ambito dell’Education Technology un strumento che più volte ho raccontato in vari post è stato il kit di moduli elettronici open source, littleBitsIl kit è stato progettato a scopo didattico per l’apprendimento esperienziale attraverso l’ideazioni e la creazione di prototipi. Costituito da caratteristici moduli componibili, se analizzati si possono evidenziare i 7 principi base dell’Universal Desing:

·              Equità: sono colorati con toni di colore che rispettano tutte le differenze di genere.

·              Flessibilità: si adattano a differenti modalità di montaggio con materiali diversi.

·              Semplicità: sono differenziati per funzione e facili da montare.

·              Percettibilità: trasmettono informazioni sensoriali visivi, uditivi e tattili.

·              Tolleranza all’errore:  si montano in modo intuitivo, minimizzando azioni non volute.

·              Contenimento dello sforzo fisico: si montano senza sforzo alcuno essendo magnetizzati.

·              Misure e spazi sufficienti:  il kit assemblato è compatto, richiede uno spazio minimo di lavoro pari ad un banco scolastico singolo.

I littleBits, con i suoi criteri di progettazione, possono essere così definiti come artefatti cognitivi, prodotti ideati per il mondo dell’istruzione perché pensati come dispositivi atti a facilitare lo sviluppo di apprendimenti specifici.

 


Creazione di una lampada - Laboratorio 2014


 “Gli oggetti ben progettati sono facili da interpretare e comprendere: contengono indizi visibili del loro funzionamento […] a misura della mente umana”

La caffettiera del masochista. Psico-patologia degli oggetti quotidiani



Video di presentazione presente nel canale YouTube di Scuola di Robotica.


Approfondimenti dal Blog:

L’albo degli animali STEAM

Gli ingegneri della Terra e dello Spazio

La luce e le sue forme


Fonti

martedì 13 ottobre 2020

Essere cittadini digitali

Post aggiornato al 21 novembre 2020

Per “Cittadinanza digitale” deve intendersi la capacità di un individuo di avvalersi consapevolmente e responsabilmente dei mezzi di comunicazione virtuali.

 Dalle  “Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica” – MIUR


Nel mondo virtuale “si è”, seppur in forma rivisitata, trasformata o trasposta in un alter ego.

Ci rappresentiamo nelle nostre forme migliori diventando nuovi “cittadini digitali”, questo, però implica la nostra responsabilità nell’uso dei mezzi di comunicazioni virtuali e quello che prima sembrava un “gioco” dalla leggerezza superficiale, ora “si fa serio” e la serietà è consapevolezza, consapevolezza di riflettere su determinati atteggiamenti, che si trasformano in parole nel mondo virtuale, spesso in modo troppo “leggero” senza dare il loro giusto peso.

In questo particolare periodo storico che stiamo attraversando è il mondo scuola che diventa il primo motore per educare a “navigare nel mare digitale”, avendo come obiettivo far acquisire ai discenti proprio quella capacità nell’uso consapevole e responsabile verso qualsiasi strumento virtuale, dai social network ai videogiochi collaborativi in rete.

Un progetto a me caro è stato quello legato al tema Il potere delle parole proposto da Programma il Futuro, tenuto nella mente negli anni e che finalmente ho potuto vedere realizzato.

Progettato come lesson plan al 'Corso di Pefezionamento Epict sulle Tecnologie Didattiche per la classe inclusiva' , in questo tratto di viaggio virtuale (ma assolutamente reale) hanno co-progettato con me le docenti Luciana Farneti e Alessandra Nasini, dell’I.C. Cornigliano (Plesso Scuola Primaria Sbarbaro) di Genova. In particolare Luciana è riuscita a concretizzare la lesson utilizzando nella didattica la bacheca virtuale PadLet come mezzo digitale, per farsi raccontare dai suoi alunni, attraverso immagini e parole, il loro modo di contrastare il cyberbullismo.

 Uso di PadLet nella didattica

Clicca per ingrandire

 

Qui il video che la classe ha potuto revisionare a casa durante a didattica a distanza a giugno 2020.


Approfondimenti dal web:
DigiComp 2.1 - Il quadro di riferimento per le competenze digitali dei cittadini
https://www.agid.gov.it/sites/default/files/repository_files/digcomp2-1_ita.pdf
Programma il Futuro
Cittadinanza digitale consapevole
 
Le iniziative di Google e Facebook
Google. Vivi Internet al meglio
Facebook Get Digital
 

lunedì 24 febbraio 2020

Il Web 2.0: una risorsa didattica e sociale

Le risorse didattiche disponibili in rete sono in continua trasformazione. Nel corso degli anni il Web ha cambiato la sua interazione con gli utenti, è passato da una comunicazione unilaterale tra utente e fornitore di contenuti, ad uno “spazio sociale” in cui gli stessi utenti possono essere creatori di contenuti didattici condivisi. La rete stessa è diventata una pluralità di risorse didattiche, diversificate per modalità. Il così detto Web 1.0 (o Web statico) è passato a Web 2.0 .

Le piattaforme presenti online valorizzano le risorse, che acquistano nuove forme di approccio ai contenuti, alcune caratterizzanti la possibilità di condivisione di materiali didattici, altre strutturate come social network, in ogni caso la piattaforma dà occasione di creare una “rete di pratiche”, se i membri non si conoscono di persona oppure una “comunità di pratica in rete” qualora i membri s’incontrano in presenza.


Creato con WordArt

Tratto dal portale di Rai Scuola
maggio 2019
Dalle community alle comunità: l`uso delle tecnologie nella didattica

“Si può costruire la comunità attraverso le tecnologie digitali? Secondo Pier Cesare Rivoltella, prof. ordinario di Tecnologie dell'istruzione e dell'apprendimento all'Università Cattolica di Milano, intervenuto nel corso del VII meeting Docenti virtuali e Insegnanti 2.0 a Bologna, abitualmente le tecnologie digitali vengono pensate come qualcosa che mina alla base la possibilità di costruire e mantenere una comunità, perché considerate come qualcosa che indebolisce i legami. Il tema interessante oggi, secondo il prof. Rivoltella, è di provare invece a stressare contro intuitivamente la tecnologia proprio come qualcosa che consenta di allestire, mantenere e sviluppare i legami. Questo riguarda la professionalità del docente se facciamo riferimento alla possibilità di sfruttare i social come un'opportunità per mettere in relazione gli insegnanti che appartengono a tutte le regioni d'Italia e che grazie allo spazio social possono trovare un'opportunità di confronto e di riflessività di slancio per ripartire ogni mattina con nuove motivazioni. Sul versante della didattica la questione è invece provare a ripensare la classe come una comunità la tecnologia può riuscire a farlo perché inclusiva perché offre delle opportunità e non espone soltanto a dei rischi. All'interno di tale contesto la variabile è rappresentata dalla conduzione pedagogica, l'intenzionalità dell'insegnante, e la rete sociale che si riesce ad allestire attorno alla classe: in questo modo possono essere ripensate le tecnologie all'interno del sistema d'istruzione.”


Progetto Scuola Digitale Liguria
www.scuoladigitaleliguria.it
Community di progetto per una scuola online.


Nella sessione “Tecnologie” troverete le risorse raccolte da “Il piccolo Bit”, in continuo aggiornamento.


Fonti:
·    G. Bonaiuti, A. Calvani, M. Ranieri, Fondamenti di didattica. Teoria e prassi dei dispositivi formativi, Carocci Editore, 2016.