Nelle
attività proposte e descritte sul post “Storie di robot sulle orme di Leo Lionni”, ho esplorato la dimensione dell’albo
illustrato con il linguaggio del coding attraverso due albi in particolare, “La
casa più grande del mondo” e “Piccolo blu e piccolo giallo”.
Un
albo illustrato, benché in formato cartaceo, è un testo multimediale: l’interdipendenza
tra immagini e parole determina la sua costruzione, dove segno grafico e segno
iconico concorrono alla determinazione del significato. Per questa sua natura
così interattiva lo rende ideale ad una trasposizione ed interpretazione dei
suoi contenuti con altre modalità…ed il coding
è una possibile.
Il
linguaggio di programmazione, nonostante sia rigoroso nelle sue regole, quasi
essere contrapposto all’albo illustrato, ci permette un’ampia possibilità di
approcci e dei più diversificati, potendo essere usato come veicolo di interazione,
comunicazione e di verifica.
Con l’albo “La casa più grande del mondo”, ho potuto strutturare un’attività di coding tipo unplugged, senza l’ausilio di strumenti digitali, ma con l’uso un dispositivo robotico ed elementi fisici costruiti a funzione di ostacolo, che ha permesso ai bambini un approccio al pensiero computazionale confrontandosi con oggetti reali ed i loro vincoli, entrando in gioco il problem solving, mentre il racconto di un papà lumaca alla sua piccola lumachina innesca la storia con un consiglio non ascoltato e quello che ciò può comportare:
Da “La casa più grande del mondo” – Leo
Lionni
C’era una volta una piccola lumaca che
un giorno, proprio come te, disse a suo padre:
“Quando sarò grande voglio avere la
casa più grande del mondo”.
“Certe cose sono meglio piccole” le
rispose suo padre.
“Fai sempre in modo che la tua casa sia
piccola e leggera da portare. ”
La
piccola lumaca trovò, invece, il modo di far crescere il suo guscio fino a che
non riuscì più a spostarsi ed a procurarsi il cibo; lasciata a se stessa,
lentamente la sua casa cominciò a sgretolarsi e a scomparire.
Questo
aneddoto convinse la lumachina a tenersi la sua piccola casa e la storia ad
avere il suo lieto fine.
L’albo,
proprio per la sua diversa modalità di lettura, mi ha dato la possibilità di
vederlo realizzato attraverso l’uso dell’ape robotica Blue-Bot, potendo attuare
una trasposizione della storia ponendomi questa domanda:
Può un robot essere “caricato di cose”
ed avere facilità di muoversi all’interno di un percorso?
In
questa particolare condizione il coding
acquista un valore di verifica, mentre le ambientazioni
grafiche dell’albo illustrato permette di scatenare l’immaginazione dei bambini
per creare un nuovo ambiente in cui far programmare il robot, verificando
concretamente, la domanda posta in precedenza.
Diverso
è stato l’approccio con l’albo “Piccolo
blu e piccolo giallo”, in cui l’autore Leo Lionni usa una
comunicazione grafica astratta per raccontare una storia di amicizia tra due
macchie di colore piccolo blu e piccolo giallo, che un giorno si abbracciarono così forte da diventare un'unica
macchia verde.
Il
tema dei colori, rappresentato con l’applicazione Scratchjr, ha dato una nuova connotazione di esperienza estetica vedendola
animata in codice a blocchi, stabilendo un’interazione tra il bambino, il
programma ed il linguaggio dall’animazione digitale per “entrare” nella storia,
arrivando a toccare la dimensione dell’estetica nell’esperienza educativa.
IL LABORATORIO
clicca per ingrandire |
clicca per ingrandire |
Approfondimenti dal Blog:
Approfondimenti dal Web:
Fonti:
- Lionni L., La casa più grande del mondo. Babalibri, Milano 2016.
- Lionni L., Piccolo blu e piccolo giallo. Babalibri, Milano 2016.
- Caso R., Libri non solo di carta. Le nuove frontiere della narrazione in età scolare. A cura di R. Pace – G. R. Mangione – P. Limone. Dimensione didattica, tecnologica e organizzativa. La costruzione del processo di innovazione a scuola. Franco Angeli open access