venerdì 20 dicembre 2013

La metodologia di Munari e le nuove tecnologie

Post aggiornato al 20 ottobre 2021
 
Nel post - Tra la dimensione del “fare” e del “fare virtuale -  ho parlato del designer Bruno Munari e del suo metodo didattico del fare nelle attività grafico-pittoriche, dove il bambino sperimenta, cercando di scoprire da solo, in modo autonomo.

In questa intervista al figlio, Alberto Munari, ci fa capire come l’approccio alle nuove tecnologie può risultare accessibile ad una sperimentazione autonoma e spontanea.

Intervista ad  Alberto Munari del 2010
[…]

 I: Vorrei chiederle se l'avvento del computer secondo lei ha distrutto questa dimensione del "fare", e se pensa che bisogna abbracciare le nuove tecnologie (con un "fare" virtuale) o rimanere fedeli alla sperimentazione di qualcosa "che puoi toccare".

  A: Qui si apre un discorso complesso: è ovvio che prendere un pennarello e lasciare una traccia sul foglio non richiede un particolare apprendimento – salvo poi diventare, con l'esercizio, un gesto “esperto”; disegnare con il mouse su uno schermo di computer richiede invece un certo apprendimento e la padronanza di un certo numero di nozioni precise. Questo però non significa che l'acquisizione di questi saperi richieda necessariamente un insegnamento mirato: le ricerche realizzate dall'ingegnere informatico indiano Sugata Mitra – secondo il quale l'impatto delle nuove tecnologie è molto più importante e favorevole negli ambienti poveri che non in quelli ricchi, perché in quelli ricchi è soltanto un “di più”, mentre in un ambiente povero può rappresentare un cambiamento importante – mostrano bene che l'acquisizione di questo tipo di nozioni può anche essere un processo autonomo e autoregolato. Sugata Mitra è andato nei villaggi più poveri dell'India, ha messo un computer con un'interfaccia tattile e una connessione satellitare a banda larga in una specie di casetta che lo protegga dalle intemperie, e poi se ne è andato via, senza dare consegne particolari, lasciando che i bambini, incuriositi da quello strano apparecchio, cominciassero da soli a cercare di capire come funziona. Dopo circa nove mesi, i ricercatori dell'équipe di Mitra hanno potuto constatare che i bambini avevano imparato spontaneamente a usare il computer e navigare su internet. Quindi anche le nuove tecnologie possono essere accessibili alla sperimentazione autonoma e spontanea, ma i tempi di apprendimento sono ovviamente più lunghi.

Intervista tratta da www.esterno22.com
(sito non più disponibile)



MUNARI OGGI...

In casa con Munari https://incasaconmunari.it/


Intervento del Prof. Sugata Mitra al TED2013 per il progetto "School in the cloud"




Fonti:


mercoledì 11 dicembre 2013

La trackball: l’alternativa al mouse

Nel post dedicato all'ausilio informatico del touch screen (schermo tattile), ho fatto presente come questo sistema di puntamento faciliti le attività motorie e cognitive del bambino con difficoltà durante l’interazione con i software didattici o semplicemente con il PC.

Con l’utilizzo del più tradizionale mouse, le difficoltà che si possono riscontrare sono dovuti soprattutto alla richiesta di muoversi sul piano coinvolgendo il braccio a partire dalla spalla. Ad esempio per problemi dovuti a debolezze di forza muscolare, bisogna ridurre l’ampiezza e la quantità del movimento, con strumenti sufficientemente sensibili, in quanto la precisione per queste patologie motorie non è compromessa.

Un altro sistema hardware alternativo è l’utilizzo di una trackball, una sfera che ruota su un supporto fisso. La sfera è stata progettata da risultare scorrevole, così che ad una spinta ridotta corrisponda un ampio movimento del cursore sullo schermo. Inoltre ai tasti presenti, si possono assegnare funzioni specifiche (clic, trascinamento, ecc.).

La Big Track per l’età prescolare 

Per i bambini di età prescolare, è stata studiata una particolare trackball con un’attenzione all'aspetto esteriore, che riveste un’importanza notevole per rafforzare la motivazione del bambino al loro utilizzo: l’uso dei colori ed un aspetto gradevole aiuta a risultare piacevole l’uso di tale strumento.


Fonti
Sassi Cristina - Software didattici: come superare la barriera del mouse. Articolo su www.leonardoausili.com