In un percorso didattico di robotica educativa, la progettazione ha in sé un
potenziale enorme, arriva a toccare tanti argomenti avendo un unico filo
conduttore…progettare.
Al
corso presso la Scuola Primaria Fermi di Genova, ho voluto introdurre il tema
dell’ingegneria, intesa come ingegno
dell’uomo nello sviluppo di congegni meccanici atti a sfruttare forme di energia e lavoro, fino ad arrivare a
progettare strutture complesse verso la scoperta dello Spazio Cosmico.
Un’invenzione
d’ingegneria meccanica tanto antica
quanto in continua evoluzione come il mulino a vento, è stato il nostro inizio.
Insieme ai miei piccoli “ingegneri” siamo partiti dallo studio del vento, per
ritrovarci ad analizzare e commentare le varie soluzioni trovate dall’uomo per
“afferrare” questo particolare fenomeno naturale, riscontrando, non con poche
osservazioni, difetti di tipo ingegneristico nei più antichi mulini. Con
l’utilizzo dei circuiti elettronici littleBits e materiali di recupero
selezionato, i bambini hanno in seguito costruito una struttura eolica, aiutati
anche dall’osservazione di uno specifico supporto in cartoncino, che hanno poi
assemblato agli elementi del motore e delle pale rotanti (c’è chi come Alice lo
ha tagliato per vedere com’è stato fatto).
Nelle
lezioni successive, in un’impresa davvero impegnativa ma allo stesso tempo
affascinante, con il gruppo siamo passati dall’ingegneria meccanica a quella aerospaziale,
per costruire un robot esploratore da
“inviare” sul Marte. L’inizio della nuova sfida, è incominciata con una
chiacchierata scientifica, parlando di Spazio, stelle, pianeti e dei numerosi
tentativi di esplorare il Pianeta Rosso. Tutte queste suggestioni hanno creato
nei bambini stimoli ed idee, messe poi su carta in un proprio progetto, ma
scontrandosi con i vincoli reali, i gruppi di ricerca sono tornati con i “piedi
per terra”. Non facendosi scoraggiare da questo, hanno accettato la mia proposta
di creare una chiatta semovente,
avendo a disposizione il modello da
ricostruire e personalizzare a piacere. Ancora una volta ci sono venuti molto
utili i circuiti littleBit: un motore ed un innesco a distanza (presenti nel
Kit Spazio), sono stati fondamentali per ottenere un movimento autonomo del rover attraverso l’uso di un semplice
telecomando. Il risultato ottenuto ha dato un’effettiva possibilità di
costruire un prototipo proiettato
verso un possibile robot, ma sempre consapevoli del progetto reale portato a
termine.
Post pubblicato sul blog di Scuola di Robotica "L'uomo di latta"
http://luomodilatta.scuoladirobotica.it/category/zio-piccolo-bit/
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